Biglietteria

Orari

Dal lunedì al sabato
· mattino: ore 9.30-12.30
· pomeriggio: ore 16.30-19.30

Contatti

Il Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno

Il Teatro Ventidio Basso prende il suo nome da un illustre cittadino vissuto durante il periodo della Roma repubblicana. Di origine ascolana, Ventidio Basso è di famiglia non nobile ed è fatto prigioniero ancora fanciullo nella guerra sociale che sottomette Ascoli a Roma, dove Ventidio viene portato a Roma insieme alla madre. Il romano di Ascoli per guadagnarsi da vivere fa diversi mestieri tra i quali prende in appalto la raccolta di muli e carriaggi con cui rifornisce tutte le province. Conosce Giulio Cesare con i quale avvia ottimi rapporti commerciali fino a seguirlo nelle Gallie. Si fa inoltre apprezzare per le sue doti militari e politiche cosicché Cesare lo ripaga con incarichi ed onori, facendolo diventare senatore, tribuno della plebe e pretore. Successivamente Marco Antonio lo nomina capo delle province orientali e lui lo ripaga sconfiggendo in tre battaglie i temuti Parti che tentano di entrare in Siria. Il Senato Romano gli concede il trionfo, il massimo onore che si possa dare ad un generale vittorioso ed all’imperatore. Alla morte Roma gli tributa i funerali di Stato ed Ascoli lo consacrerà per sempre come uno dei personaggi storici più importanti della città.

Dalla metà del XVI secolo inizia ad Ascoli una vera e propria tradizione teatrale, confermata dall’esistenza di una scena mobile montata all’occorrenza in un salone del palazzo dell’Arengo che diviene successivamente un vero e proprio teatro stabile in legno intitolato a Ventidio Basso. Il pericolo d’incendio spinge successivamente l’Amministrazione a favorire la costruzione di un nuovo teatro in muratura, ma le difficoltà nel reperire i fondi determinano un allungamento dei tempi di realizzazione prima che la Società Teatrale possa aprire una sottoscrizione pubblica per reperire il denaro, facendo così acquistare i palchi alle famiglie nobili.

Nel 1839 il Teatro Comunale di Legno termina la sua gloriosa storia con la stagione di carnevale: in scena Il pirata di Vincenzo Bellini e Belisario di Gaetano Donizetti. Le recite hanno inizio alle ore due di notte in punto. Nello stesso anno il progetto del nuovo teatro è affidato ad Ireneo Aleandri, ideatore dello Sferisterio di Macerata e del Teatro di Spoleto. Viene stabilita anche la sede del teatro nel palazzo di via del Trivio. La Fabbrica, con struttura muraria in blocchi di travertino è un’opera corale che impegna un nutrito numero di professionisti, artisti ed artigiani. Il 17 aprile del 1846, con l’apertura novembrina alle porte, si effettua, nella sala Comunale, la prima estrazione dei palchi. La grande inaugurazione del Nuovo Teatro dei Signori Condomini viene annunciata da un avviso emanato “dal camerino” il 25 ottobre 1846, con la messa in scena dei due melodrammi seri, Ernani di Giuseppe Verdi e I puritani di Vincenzo Bellini. Nel cast il grande soprano Anna De la Grange.

L’attività artistica comincia nonostante i lavori non sono ultimati: solo nel giugno 1851 viene deliberata ‘’esecuzione della facciata su progetto dell’Aleaandri e del Gabrielli, approvata dall’ingegnere comunale Marco Massimi. Realizzata con parametro in travertino rifinito, al piano terra presenta un colonnato centrale con sei colonne ioniche in pietra formanti un pronao, su cui si aprono tre porte che accedono all’atrio e altre due laterali. Al secondo piano, due finestre archivoltate e lunettate sono in corrispondenza delle due lunette del piano terra; al centro, su un colonnato d’ordine corinzio, tamponato, fanno bella mostra tre luci neoclassiche. Una seconda trabeazione, su cui si leva un timpano triangolare di coronamento, completa l’elegante e austera costruzione.

Le tre porte centrali del pronao danno sul vestibolo, bipartito da un colonnato e coperto da un soffitto piano a cassettoni in stucco. Lungo le pareti, sei nicchie archivoltate ospitano statue in gesso trattato a finto marmo con anima in ferro di Giorgio Paci: sono Apollo, Minerva e le muse della Tragedia, della Commedia, dell’Armonia e della Danza.

L’ampio foyer riccamente decorato del piano superiore, sovrastante l’atrio e il porticato, è occupato inizialmente dal Casino dei Nobili e nel 1874 dalla Società Filarmonica. Nel 1872 le pitture della volta sono gravemente danneggiate dal fumo e dalle pesanti infiltrazioni d’acqua. La deputazione teatrale incarica Ferdinando Cicconi di Colli del Tronto di una nuova decorazione. L’artista esegue al centro un rosone sfarzoso dalle ricche forme geometriche, curvilinee, imitanti l’oro intagliato, quindi dei campi cromatici concentrici, che hanno il compito di convertire le tinte che con larga massa di luce, dominano il fulcro di un colore misto verde celeste. Nella bocca d’opera il Cicconi completa il comparto figurativo del plafond, aggiungendo ai medaglioni di Donizetti, Rossigni e Bellini, quello di Verdi. Il pittore Cesare Recanatini dipinge l’alto sipario storico raffigurante Piazza del Popolo e sempre nel 1872 in sala vengono posizionate 220 sedie al posto delle panche.

Nel 1907 il Ventidio viene messo a norma per la prevenzione contro gli incendi con la realizzazione delle uscite di sicurezza e dell’illuminazione elettrica. Nel 1917 una cabina di proiezione posta nel palco centrale del terzo ordine, avvia la stagione del cinema Ventidio. Nel 1932 il Comune acquisisce tutte le quote dei soci condomini, ponendo fine alla Società Condominiale.

Il Teatro chiude nel 1979 per un lungo periodo di lavori strutturali e funzionali: prioritario è il rifacimento del tetto e la ricostruzione della copertura con ordinatura in capriate d’acciaio sopra la zona del palcoscenico e le annesse strutture di servizio. Viene ristrutturato il corpo camerini, inserendovi una scala in cemento armato. Le murature della facciata di via del Trivio, quelle di spina in corrispondenza delle barcacce e quelle di fondo del palcoscenico vengono consolidate con perforazioni armate. Le opere richiedono lunghissimi anni di lavoro e finalmente il 15 ottobre del 1994 il Teatro Ventidio Basso riapre con la messa in scena della Traviata di Verdi; nel cast Giusy Devinu, Giuseppe Sabatini, Roberto Servile, Raffaele Paganini.